Locride Capitale della Cultura 2025 – Una grande sfida nata da un’idea che dovremmo fare nostra

Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione sulla candidatura di Locride Capitale della Cultura 2025

Il lavoro necessario a trasformare la Locride nella Capitale della Cultura Italiana 2025 potrebbe rivelarsi tanto complesso quanto soddisfacente. La necessità di affrontare a testa alta questa sfida, tuttavia, potrebbe rappresentare la linea di demarcazione tra un comprensorio che ha mille potenzialità che non sa come sfruttare e uno in grado di rilanciarsi davvero. Ecco perché è importante che tutti facciano la propria parte per contribuire a questo successo.

Le buone idee non appartengono a chi le concepisce, ma è giusto che divengano comuni: senza usurpazioni di paternità e senza ansie, posso dire che l’idea di proporre la Locride come Capitale Italiana della Cultura per il 2025 è anche mia. Mia non perché possa dire di aver avuto un ruolo nell’ottimo lavoro che il GAL Terre Locridee ha svolto e sta svolgendo nell’ideare e nel promuovere la candidatura, ma perché credo da tempo, come tantissimi altri, che lo sviluppo culturale della Locride già oggi sia più avanzato della sua organizzazione sociale e politica e possa trainare il resto, se giustamente valorizzato.

Gli anni di sforzo organizzativo che il GAL presieduto da Francesco Macrì dovrà affrontare per dare corpo e (speriamo) successo alla candidatura, dovranno essere impiegati, oltre che in un titanico sforzo di marketing e promozione d’immagine, soprattutto nel concreto e impegnativo intento di travasare la “Kultur” di questa nostra martoriata terra in una compiuta “Zivilisation”, cioè di passare dall’evoluta pratica di discorso di ristretti gruppi di persone formate e istruite (anche da autodidatti) a un insieme di abitudini e comportamenti, anche minimi, diffusi ad ampi strati sociali, che magari non dispongono di una larga cultura nozionistica ma riconoscono il valore della conservazione del paesaggio e degli edifici storici, accettano l’idea di uno sviluppo urbano ordinato e non guidato dall’ideale della casetta costruita sul terreno di papà, si fanno promotori di attività economiche in campo agricolo, artigianale e industriale, realisticamente compatibili con le attuali condizioni di sviluppo e utili a migliorarle. È ovvio, infatti, che il visitatore avrà bisogno di essere accolto non solo dalla calorosa ospitalità che ci contraddistingue, ma anche da un ambiente curato, centri storici e nuclei moderni riportati a un livello estetico adeguato con interventi anche effettuati da privati giunti a un maggior livello di consapevolezza. Su questa linea, i comuni e gli altri enti territoriali dovrebbero raccogliere la sfida lanciata dal GAL Terre Locridee, ma questo è possibile solo se i singoli amministratori comprenderanno l’ampiezza e la gravità della sfida. Una sfida che, se raccolta, porterà grandi frutti, qualunque ne sia l’esito. Una grande sfida nata da una grande idea, che tutti dovremmo fare nostra.

Vincenzo Tavernese

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