Il presidente Macrì: “Il GAL deve riorganizzare l’intero settore agricolo della Locride”
Nonostante le difficoltà burocratiche, il Gruppo di Azione Locale “Terre Locridee”, questa settimana, ha inaugurato la sua fase operativa con il primo incontro di un ciclo di workshop che, da qui a luglio, saranno utili a definire e condividere i percorsi di sviluppo locale con le amministrazioni.
«L’avvio stentato – ha dichiarato il presidente Francesco Macrì – è stato coperto dall’ottimo lavoro fatto dalla struttura, che non ha aspettato le lentezze burocratiche, ma organizzato seminari e convegni, partecipando al contempo a progetti del PSR e confrontandosi con altri GAL. Un lavoro preparatorio che ci ha permesso di presentare in Regione ben 10 dei 40 progetti sull’agroalimentare avanzati in tutta la Calabria.
«Adesso che la parte preparatoria del nostro lavoro è conclusa – continua il presidente – dobbiamo impegnarci a rendere il GAL non solo un ente a sostegno alle produzioni agricole e all’agroalimentare in genere, ma anche una vera agenzia di sviluppo territoriale, un’ente del quale si sente un gran bisogno in un territorio come la Locride, nel quale sono molti i progetti di sviluppo presentati, ma sempre pochi quelli che vengono realizzati. Fatta questa premessa, il nostro impegno si concentrerà nel permettere al territorio di recuperare l’atavico ritardo che tutta la provincia di Reggio Calabria ha accumulato rispetto alle altre provincie calabresi in campo di politiche agricole, nonostante i grandi vantaggi in termini climatici e di colture spontanee che il nostro comprensorio vanta.
«Ripartendo dalle filiere di qualità – ha concluso Macrì – dobbiamo riorganizzare per intero il nostro settore primario: nel nostro territorio, infatti, è impensabile fare agricoltura estensiva come al nord o nelle grandi pianure. Pertanto dobbiamo piuttosto impegnarci nei piccoli interventi su prodotti di altissima qualità, rendendo esclusivi e ricercati proprio per le loro proprietà e caratteristiche i tanti prodotti tipici del nostro territorio. Il modo ideale di far ripartire non solo il settore primario, ma l’intero apparato socio-economico comprensoriale, in quanto è solo intraprendendo questa strada che potremo finalmente farci conoscere per i nostro prodotti generando economia per le imprese e attirando turisti ai quali offrire finalmente la possibilità di assaggiare non solo la bellezza del nostro territorio, ma anche la bontà dei nostri prodotti».