Cardinale di Brancaleone

Famiglia Vitacee 

A Brancaleone Superiore si respira tristezza per la morte del paese, abitato fino agli anni ’50, dopo il crollo della chiesa dell’Annunziata. L’abitato nacque da Ipporum e ospita silos bizantini. Una chiesa grotta e vigneti antichi sono testimonianza del passato. Il palmento ingrottato, distrutto negli anni ’50, avrebbe potuto fornire informazioni preziose sulla vinificazione storica. Nelle vigne sopravvivono varietà locali, come il Nerello, la Malvasia e la Cardinale di Brancaleone, dagli acini ovali, radi, di un bel colore amaranto, dal graspo candido e delicato.
In tutta la zona ci sono circa cinque viti e tale varietà non era considerata da vino ma, valutando dal numero esiguo, era stimata meno dello Zibibbo, di cui sono presenti svariate decine dagli acini ovali o perfettamente sferici, ma tutti fortemente aromatici.
Le uve della Cardinale di Brancaleone non sono aromatiche, ma già soddisfano con il loro colore brillante, mentre i loro acini sono sodi, quasi croccanti.
La scoperta di questa varietà mostra un cambiamento nelle preferenze vitivinicole, con una ricerca crescente di vitigni internazionali nella regione.